Ad esempio a noi piace il SUD #2

Il recente Rapporto Svimez 2016 ha evidenziato una lenta ripresa del Sud Italia, nonostante una crescita dello 0,3% rispetto agli ultimi sette anni, portando un aumento del PIL pro capite, a partire dal 2015,  ai livelli di metà degli anni Duemila. Per la prima volta il Sud cresce più del Nord-Est Italia. 
Tuttavia, la crescita descritta è ancora troppo lenta rispetto all’Eurozona, creando un divario tra il Mezzogiorno e il resto dell’economie avanzate degli altri Stati europei, abbassando la qualità della vita e le possibilità di sviluppo della popolazione. L’elemento emergenziale è il fenomeno del working poor, che spiega l’abbassamento dei redditi delle famiglie composte da giovani: in particolare tra il 2007 e il 2014 per le famiglie con capofamiglia tra i 20 e i 39 anni il tasso di povertà aumenta dal 28,9% al 32,7% nel Mezzogiorno. 
I giovani che vivono in una situazione di working poor sono spesso lavoratori diplomati o laureati che trovano molte difficoltà nel trovare lavoro, attestando una riduzione dell’occupazione nella fascia della popolazione tra i 15 e i 34 anni, a circa 3,3 milioni di unità.
La situazione di crisi economica non può essere più semplicemente ricondotta ad un periodo di tempo limitato, ma pare stia diventando strutturale, per questo è importante intervenire con una progettazione capillare degli interventi strutturali e finanziari da destinare alle aree più a rischio perché si riscopra la vitalità del Mezzogiorno. 

In questo senso è intervenuta la Regione Puglia, che deve diventare un osservatorio privilegiato per testare quali politiche di investimento per l’occupazione siano migliori e rispettose delle peculiarità del territorio. Il laboratorio pugliese, infatti, ha puntato molto sull’imprenditoria femminile e giovanile, si pensi al caso pilota dei Bollenti Spiriti o ai più recenti bandi i N.I.D.I. ovvero Nuove iniziative d’Impresa. Il progetto NIDI nasce dallo sfruttamento dei fondi europei c.d. Programma Operativo  FERS 2007-2013, ed è composto da un Fondo creato dalla Regione Puglia per incentivare l’autoimpiego per le categorie con più difficoltà d’accesso al mercato del lavoro. Si prevede l’accesso al progetto NIDI con un contributo a fondo perduto e un prestito rimborsabile per chiunque voglia avviare una nuova impresa. 
La parte più interessante di questa importante iniziativa è quella di aver individuato le categorie dei soggetti che possono accedervi ovvero: giovani con età tra 18 anni e 35 anni; donne di età superiore a 18 anni; disoccupati che non abbiano avuto rapporti di lavoro subordinato negli ultimi 3 mesi; persone in procinto di perdere un posto di lavoro; lavoratori precari con partita IVA (meno di 30.000 € di fatturato e massimo 2 committenti). L’intento è quello di valorizzare le menti pugliesi per lo sviluppo del sistema produttivo, individuando anche i settori che possono rientrare nei finanziamenti del bando NIDI, tra i quali spiccano le attività manifatturiere; attività professionali, scientifiche e tecniche; agenzie di viaggio; servizi di supporto alle imprese; istruzione; sanità e assistenza sociale non residenziale; attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento; attività di servizi per la persona; commercio elettronico.
La strada di valorizzazione non conosce battute d’arresto, infatti, il 22 dicembre 2016 la Giunta regionale pugliese ha varato un investimento di 103 milioni di euro per investimenti produttivi in vari settori come ricerca e sviluppo per la maggior parte (circa il 42% del valore totale dei progetti), ICTs, abbigliamento e turismo. Quest’ultima iniziativa della giunta pugliese raggiungerà le circa 354 unità con poco più di 38 milioni di euro di contributi pubblici, attirando finanziamenti di imprese straniere nel territorio pugliese interessate all'innovazione.
Ciò che ha contraddistinto il sistema di sviluppo pugliese è stato quello di valorizzare le capacità dei suoi cittadini. Si è cercato di innescare una sinergia tra poli opposti: innovazione e tradizione. L’idea delle idee è quella di creare una sorta di “Silicon Valley italiana” che in Puglia e in generale nel Mezzogiorno ben può trovare terreno fertile.  
Una best practice quella sperimentata in Puglia che non può e non deve più rimanere isolata, per ridurre il divario socio-economico tra Nord e Sud e tra l’Italia e l’Eurozona, perché  è nella forza delle idee che si scopre la rivincita di un territorio.

Mimma Rospi

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