Il Sud al centro, la sfida che attende il PD
Il 2015 al sud si chiude con uno +0,1% di crescita, dopo 7
anni ritorna il segno più, ma il tasso di crescita è quasi dieci volte
inferiore al resto d'Italia. Questo vuol dire che l'Italia è ripartita, il sud
no. Qualche timido segnale di ripresa si è visto anche al sud sul fronte degli
occupati e dei consumi, ma è troppo poco per un'area che ha perso 13 punti di
Pil dal 2008 al 2014, 600 mila posti di lavoro ed ha visto crollare gli
investimenti e raddoppiare il tasso di povertà.
Quest'estate all'indomani della presentazione del rapporto
SVIMEZ, alla luce anche dei dati drammatici, il segretario Renzi ha convocato
una direzione ad hoc sul sud, nel corso della direzione è stato annunciato il
Master Plan per il Sud che è stato presentato nel mese di ottobre e che ora
dovrà essere integrato con i singoli patti che saranno definiti dal lavoro
comune del Governo con le Regioni e le Città Metropolitane.
Se nei mesi dopo la direzione il governo ha continuato a
lavorare per il Sud, vedi la stesura del masterplan, le crisi aziendali
risolte, le misure previste nella legge di stabilità, è mancata una discussione
a più livelli targata PD.
Ecco, noi non dobbiamo tornare ad appassionarci o
interessarci del Sud il giorno dopo la pubblicazione del rapporto SVIMEZ o di
un editoriale, perché non stiamo parlando di un tema qualunque ma del rilancio
di un'area importante per il nostro Paese e per l'Europa. In questi mesi è
mancata da parte del PD una discussione approfondita sul Mezzogiorno, dei suoi
problemi, dei suoi ritardi, delle opportunità di crescita e di sviluppo. Ha
provato a farlo la Confindustria che si è riunita in una città simbolo del
declino o del rilancio del Mezzogiorno, Taranto; lo sta facendo la Cgil con il
suo laboratorio sud - idee per il Paese, ma non il PD. Eppure tutte le Regioni sono guidate da
esponenti del nostro partito, così come buona parte delle città metropolitane e
siamo l'unico partito che ha un'organizzazione ramificata in tutto il Paese.
Dobbiamo essere noi quelli che dobbiamo guidare il percorso di rilancio del
Mezzogiorno, perché questa volta non ci sono più alibi o scuse.
Un percorso che anche alla luce del congresso nazionale dobbiamo
intraprendere anche noi Giovani Democratici, partendo dai territori per
arrivare poi all'assise nazionale, dobbiamo mettere nero su bianco la nostra
idea di Mezzogiorno.
Usiamo
i nostri congressi per discutere dei problemi che riguardano la nostra
generazione, i nostri territori: dalla formazione al lavoro passando per la
banda larga, la mobilità, la riqualificazione delle nostre città e delle
periferie. Dobbiamo dare risposte ad una generazione che ha pagato il costo di
una crisi economica e sociale senza precedenti e le mancate scelte di una
classe dirigente pavida e parassitaria.
Per fare questo il Sud deve ritornare al centro della nostra
agenda. Il Sud dovrà essere il centro dell'azione riformista del PD nel 2016, a
livello nazionale e regionale, per spazzare via il vento della rassegnazione e
far soffiare anche al Sud il vento della speranza e del cambiamento.
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