Emergenza Coronavirus,il Governo non dimentichi le Startup

Come è noto a tutti, l’emergenza coronavirus e le relative misure restrittive introdotte dal Governo italiano per gestire e frenare la pandemia hanno portato ad un blocco di tutte le attività produttive (non essenziali) del nostro Paese.
Il Governo è corso sin da subito ai ripari cercando di mettere in campo le prime risorse e i primi strumenti per sostenere l’economia e le imprese italiane.
Nel D.L “Cura Italia” però non ci sono misure a sostegno del mondo delle startup.
Si tratta, di un mondo molto variegato, che conta circa 11 mila unità iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese le quali a loro volta garantiscono un’occupazione a più di 56 mila persone.
Ad oggi, l’unica misura presente nel D.L “Cura Italia” riguarda l’acquisto semplificato di beni ed i servizi digitali da parte della Pubblica Amministrazione (art.72).
A questa misura, bisogna poi aggiungere la call lanciata dai tre ministeri: MISE, MIUR e MID i quali insieme ad Invitalia hanno chiamato a raccolta startup, PMI, aziende, università, centri di ricerca e altri enti per trovare e pensare soluzioni innovative in grado di fronteggiare l’emergenza coronavirus. Bisogna fare di più sia in sede di conversione del decreto “Cura Italia”, sia nel prossimo decreto, annunciato dal Governo per metà aprile.
Bisogna fare di più perché si tratta di piccolissime imprese che spesso hanno poca liquidità ed investono buona parte delle loro risorse in attività di ricerca e sviluppo.
Alcune proposte, poste anche all’attenzione del Governo, sono state avanzate dal VC Hub Italia. Si tratta di un pacchetto di idee volte a fronteggiare l’emergenza coronavirus ma anche di alcune raccomandazioni volte ad implementare misure strutturali necessarie già in fase di pre emergenza.
Tra i provvedimenti richiesti meritano una menzione l’erogazione di contributi a fondo perduto per copertura di una quota di costi fissi, l’istituzione di un credito di imposta per le spese in materia di R&D, l’introduzione di una cassa integrazione straordinaria (totale o parziale) e la moratoria temporanea (di 12 mesi) per le linee di credito tra startup e PMI innovative e banche.
Altri Paesi europei si sono già mossi in tal senso.
La Francia, Paese che è stato colpito dopo l’Italia dal coronavirus, il 25 marzo ha lanciato un piano di sostegno di 4 miliardi di euro per le startup francesi che nei prossimi mesi dovranno affrontare problemi di finanziamento e di ricavi.
Anche l’Italia dovrebbe mettere a disposizione delle startup tutti gli strumenti utili e le risorse necessarie per sostenere quest’ultime.

Utilizzare in questo caso la leva pubblica per rafforzare le politiche a sostegno del mondo delle startup sarebbe cosa buona e giusta. Ad esempio si potrebbero aumentare le risorse del Fondo Nazionale Innovazione o del programma Smart&Start, così come usare in maniera più incisiva e mirata i fondi comunitari dedicati a queste politiche.
Dunque, si potrebbe sfruttare questa crisi per ridisegnare un pacchetto di politiche volto a sostenere questo settore così importante per il rilancio e la competitività del nostro Paese.

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