Ad esempio a noi piace il SUD #10
Esiste un’altra Sardegna, una Sardegna diversa che viene messo
poco in evidenza. Si parla spesso del mare meraviglioso, dei colori unici della
Costa Smeralda, delle rocce rosse di Arbatax o dei benefici che danno alla
pelle le nostre spiagge solo sdraiandoti sopra.
Ma
si parla poco dell’entroterra sardo incontaminato e poco esplorato e conosciuto
ma con delle potenzialità enormi. Io sono sardo e conosco molto bene quei
posti, dal Supramonte di Orgosolo fino alla Catena del Gennargentu, dal Goceano
con il meraviglioso castello di Burgos ai vitigni di Oliena e Dorgali.
È poco conosciuta, perché non è
facilmente raggiungibile.
Ma dall’esterno
vogliono conoscere le nostre bellezze e per questo motivo di recente è stata
presentata una proposta di legge sul turismo escursionistico al fine di valorizzare
il territorio, la cultura e l’identità della Sardegna. Questo grazie alla
creazione di sentieri per esplorare le montagne e i meravigliosi luoghi dove il
silenzio e il rumore della sola natura fanno da padrone.
Attraverso questi territori è possibile conoscere la vera
Sardegna fatta di prodotti culinari come la ricotta mustia e i casizolu di
Sedilo, oppure l’olio d’oliva di Tore Dessena che valorizza ogni piatto senza
alterarne i sapori. O il Cannonau che da fuori vogliono sapere quale beneficio
trae il corpo umano dai polifenoli che si trovano all’interno e cosa hanno di
speciale i pecorini sardi, visto che le loro proprietà antiossidanti sono
sempre più spesso messe in relazione con la longevità della nostra Isola.
Voglio parlare anche
del coltello di Pattada che con il suo inconfondibile carattere lo troviamo
addirittura nei mercatini di Londra.
Ma la nostra Regione non è solo cucina e prodotti tipici.
In Sardegna
esistono imprese ad alto tasso di innovazione ed in questo campo l’Isola è all’avanguardia.
Lo dicono i dati ed un rapporto fatto da “panorama.it”.
Nonostante
ci siano alcune aree arretrate, abbiamo anche una grandissima propensione all’innovazione
che negli ultimi 25 anni ha avuto un’impennata senza pari. La Regione è al
12esimo posto nazionale per numero di start-up, ma è anche l’ottava regione per
numero di abitanti in rapporto alle aziende ad alto tasso d innovazione create.
Ma colpisce di più la qualità di questa presenza, che colloca
l’Isola al secondo posto in Italia per la mole di investimenti ricevuti.
Mario Mariani, “mostro
sacro” delle TLC e dell’hi-tech, punta il mirino su Cagliari definendolo l’epicentro
del terremoto virtuale che oltre da un ventennio scuote il fertile territorio
sardo. Degli esempi sono la Clhub di Giovanni Sanna, giovane impresa tech che
nasce in Sardegna, è di fatto una start-up che ne supporta altre, soprattutto
nella fase che segue il loro avvio.
Questi dati stanno a significare che c’è voglia di cambiamento
e che la Sardegna è un’altra cosa rispetto a ciò che si racconta e non è quello
che in passato volevano far credere.
La Sardegna è terra su cui investire. Una terra con lo
sguardo verso il futuro.
Andrea Torazzi
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